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Presidio Donne per la pace a Palermo il 24 aprile 2025

FARLA FINITA CON LA GUERRA – AFFERMARE LE RAGIONI DELLA PACE

Parlare di pace oggi sembra un esercizio del pensiero lontano dalla realtà. La narrazione dominante è che dobbiamo prepararci alla guerra. Ci viene detto che più armi significano una migliore difesa, che queste costituiscono la garanzia della pace, ma è solo un inganno. E’ una concezione distorta della pace sostenuta da un’Europa che preferisce normalizzare la guerra e riversare risorse in macchine per uccidere, piuttosto che costruire la pace attraverso la diplomazia, la cooperazione e la partecipazione democratica. Parole che oggi sembrano svuotate di senso, come lo stesso termine “pace”, che non è una semplice pausa tra i conflitti, ma un principio da riaffermare continuamente attraverso scelte politiche, valori, norme, una condizione che può realizzarsi soltanto in contesti in cui le società siano giuste, imparziali e accoglienti, quando l’equità sociale diventa la regola non l’eccezione.

E’ quanto volevano anche le donne della Resistenza, determinate a costruire una società priva di rancore, libera, capace di agire con umanità. Donne che decisero di stare dalla parte della pace, non certo per “natura” ma per scelta, una scelta per il proprio presente ma anche, o soprattutto, per creare le condizioni di una migliore convivenza umana, per il futuro delle nuove, incolpevoli, generazioni. Donne come Ada Gobetti che sulla sua partecipazione alla Resistenza affermava: “La guerra è la negazione di ogni valore umano. La nostra lotta era per ricostruire un mondo dove il dialogo e la giustizia fossero le fondamenta della convivenza pacifica.”

Oggi, mentre ci apprestiamo a celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo registriamo invece segnali sempre più allarmanti di rischi concreti per la pace, per la dignità, per la libertà delle persone. Va infatti progressivamente definendosi, a partire dall’inquietante collaborazione tra l’amministrazione Trump e i protagonisti più estremi dell’innovazione tecnologica e militare della Silicon Valley, un disegno antidemocratico ed autoritario.

Questo disegno si sta palesando nel nostro paese con il cosiddetto “decreto sicurezza” appena approvato, scavalcando il parlamento: una legge che contiene nuove norme incriminatrici, nuove aggravanti, nuovi aumenti di pena. Lungi dal garantire maggiore “sicurezza”, il provvedimento specula sui reali problemi di in-sicurezza che preoccupano cittadine/i (la precarietà lavorativa, climatica, abitativa, sanitaria, finanziaria); criminalizza le manifestazioni di opposizione e le rivendicazioni di chi si batte per i propri diritti, per la tutela del pianeta, per un avvenire più equo, punendo anche la “resistenza passiva” e le forme di protesta non violente; colpevolizza le fasce sociali svantaggiate, come i nuclei familiari con problemi di alloggio, facendone bersagli funzionali alla retorica politica e in sostanza riflette un disallineamento dai valori dei diritti umani e della pace poiché erode diritti fondamentali come la libertà di manifestare e la libertà individuale, elementi essenziali di una convivenza pacifica e democratica.

Per riaffermare una concezione positiva di pace globale basata sul superamento dei nazionalismi, il rispetto per la dignità umana, condizioni sociali ed economiche giuste, per quell’”umanesimo cosmopolita” di cui parla Martha Nussbaum, ritroviamoci ancora Giovedì 24 Aprile a piazza Politeama – dalle 17.00 alle 19.00

UDIPALERMO – Le Rose Bianche – Donne CGIL Palermo – Coordinamento Donne ANPI – Emily – Governo di Lei – CIF – Le Onde – Arcilesbica – Donne della Comunità dell’Arca – Donne del Movimento nonviolento – Donne del Circolo Laudato si’

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